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  !!! NOVITA' - DAL 15 MARZO 2023 !!!

CUORE PATRIA VOLO, IL LIBRO - SECONDA EDIZIONE

 

La 2^ edizione di Cuore Patria Volo esce  in un cofanetto di 2 volumi.

Costituisce un ampliamento sulla più recente e accurata opera a tema storico-aeronautico sul 2° Gruppo Caccia dell’Aeronautica Nazionale Repubblicana (1943/45) che, all’indomani dell’armistizio, operò in difesa dei cieli italiani in condizioni politiche e operative sempre più complesse.

L’accurata ricerca storica e fotografica, unica nel settore, rappresenta un tributo alle gesta, al valore e al sacrificio di piloti risoluti che furono inferiori ai rivali solo per numero, materiali e logistica.

Con il CUORE difesero la loro PATRIA, attraverso l’amore per il VOLO

Info e acquisto: Cuore Patria Volo, libro 2° Gruppo Caccia Aeronautica Repubblicana

    

 

 

Firenze sotto le bombe

(web)

PREMESSA

Questo luogo virtuale ospita due piccoli siti web dedicati ad altrettanti piloti che hanno combattuto nella seconda guerra mondiale: Ennio Tarantola e Amedeo Fagiano. Entrambi, dopo gli eventi armistiziali dell'8 settembre 1943, decisero di aderire ai reparti da caccia dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana al fine di difendere lo spazio aereo del centro-nord Italia dalle continue incursioni aeree anglo-americane tese a colpire il territorio nazionale o che si dirigevano a bombardare l'Austria e la Germania meridionale. Le conseguenze dei bombardamenti per l'Italia furono pesanti: migliaia di vittime civili e ingenti danni alle città, al patrimonio storico-architettonico-artistico, alle industrie e al sistema viario.

 

 

 

Ennio Tarantola

(arch. Paolo Pesaresi)

WEBSITE MARESCIALLO PILOTA ENNIO TARANTOLA

Il primo sito web, nato nel 2001, è dedicato a Ennio Tarantola soprannominato "Banana" per via del lavoro che svolgeva nella vita civile. Tarantola ha combattuto nella Guerra di Spagna e nella Seconda Guerra Mondiale nelle fila della Regia Aeronautica. Dopo l'8 settembre 1943 entra a far parte della squadriglia da caccia "Montefusco-Bonet" dell'A.N.R.

Asso della caccia italiana con undici vittorie aeree individuali e decorato con quattro medaglie d'argento al valore militare e due di bronzo, Ennio è molto noto anche per la lunga carriera militare che lo ha portato a volare su molti fronti di guerra.

Vai al sito:  Ennio "Banana" Tarantola, pilota Regia Aeronautica e Aeronautica Nazionale Repubblicana

 

 

 

Amedeo Fagiano

(arch. Paolo Pesaresi)

WEBSITE SOTTOTENENTE PILOTA AMEDEO FAGIANO

Il secondo sito, on-line dal 2003, è invece dedicato ad Amedeo Fagiano, all'epoca un giovane ufficiale pilota, che al pari di Tarantola e di altri ragazzi dopo l'8 settembre aderì ai reparti da caccia dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana, assumendosi la difficile responsabilità morale e materiale di difendere i cieli del centro-nord Italia per proteggere le città e le infrastrutture dai devastanti attacchi dell'aviazione anglo-americana. Collocato nella squadriglia "Gigi Tre Osei" del 2° Gruppo Caccia A.N.R., ebbe modo di partecipare a diverse missioni di difesa aerea tra il 1944 e l'aprile del 1945.

Vai al sito:  Pilota Amedeo Fagiano, Gigi Tre Osei 2° Gruppo Caccia Aeronautica Nazionale Repubblicana

 

 

 

 

 

Carro italiano M13/40 Africa settentrionale 1942

 (web)

 

Gli alleati in Sicilia.

Troina 4-5 agosto 1943

(web)

 

La firma dell'armistizio

(web)

 

Boeing B-17 in azione.

Anche dopo l'armistizio continuano i bombardamenti sul centro-nord Italia da parte degli anglo-americani

(web)

 

Bombardamento su Treviso del 7 aprile 1944

(web)

L'ITALIA NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE. BREVE CRONISTORIA

 

L'Italia entra in guerra

Il 1° settembre 1939, con l'invasione della Polonia, scoppia la seconda guerra mondiale. In poche settimane l'esercito polacco viene annientato e i territori sono occupati dagli eserciti della Germania e dell'U.R.S.S. Nel giro di qualche mese, in una rapida successione di eventi, il conflitto si espande in maniera incontrollata su quasi tutti il territorio europeo.

Il 10 giugno 1940 l'Italia entra in guerra nella speranza di sedersi al tavolo dei vincitori. Nella primavera del 1943, al contrario delle fiduciose ed errate attese iniziali, la situazione bellica è invece irreversibilmente compromessa. L’11 giugno 1943, con la resa dell’isola di Pantelleria, avviene la prima occupazione del suolo italiano da parte degli anglo-americani. Per il fascismo è l’inizio della fine.

 

Lo sbarco alleato e la fine del Fascismo

Il 10 luglio 1943 gli alleati danno il via agli sbarchi sulle coste della Sicilia ottenendo il controllo dell’isola in poche settimane. La notevole disparità di forze in campo a sfavore dell'Italia e un crescente malcontento popolare mettono definitivamente in crisi il Regime. L’apice della crisi politica viene raggiunto il 25 luglio 1943 quando, nel corso di una drammatica seduta del Gran Consiglio del Fascismo, viene votata la sfiducia a Benito Mussolini. Il Duce è destituito e messo agli arresti. Si procede quindi nella formazione di un nuovo Governo con a capo il Maresciallo Pietro Badoglio il quale si affretta a proclamare che, nonostante la caduta del Fascismo, l’Italia continuerà la guerra al fianco della Germania. Nella realtà il nuovo Governo mette immediatamente in atto una serie di trattative segrete con gli anglo-americani allo scopo di uscire dalla guerra nella maniera più dignitosa e meno dolorosa possibile. La questione è notevolmente complessa, in quanto ci si deve al contempo svincolare dall’alleanza con il regime nazista di Hitler evitando, o limitando al massimo per quanto possibile, gli effetti delle inevitabili e feroci ritorsioni del Fuhrer per l'atto di tradimento.

 

L'armistizio

L'8 settembre, firmato segretamente cinque giorni prima a Cassibile, viene annunciato l'Armistizio che pone fine alle ostilità tra l’Italia e le forze anglo-americane, e che conduce il Paese a un repentino e imbarazzante cambio di fronte: l'Italia, da alleata della Germania di Hitler, passa a cobelligerante con gli anglo-americani e quindi nemica della Germania.

Purtroppo gli ordini impartiti da Badoglio sono insufficienti, vaghi e di difficile e dubbia interpretazione. Le ambigue disposizioni armistiziali provocano infatti estrema incertezza e un profondo sconforto generale. Senza ordini precisi la maggior parte delle Forze Armate si sfalda. Nel frattempo il Re Vittorio Emanuele III, con il nuovo Governo, fugge da Roma per evitare la cattura da parte dei tedeschi e si trasferisce nel sud Italia, in Puglia, già sotto il controllo e la protezione anglo-americana.

L'Italia del centro-nord passa invece sotto il controllo tedesco. Il 23 settembre 1943 Mussolini, dopo essere stato liberato da un commando tedesco dalla sua prigione del Gran Sasso, annuncia la fondazione della Repubblica Sociale Italiana con sede a Salò sul Lago di Garda.

La nazione, ora occupata da forze straniere, è spaccata in due: gli anglo-americani al sud e i tedeschi al centro nord. Il territorio si trasforma in un immenso campo di battaglia e la situazione per l'Italia diviene tragica e la popolazione ridotta in miseria. Siamo alla guerra civile.

 

Continuano i bombardamenti alleati sulle regioni del centro-nord Italia

Anche se l'armistizio pone formalmente fine alle ostilità tra l’Italia e le forze anglo-americane, nella realtà per il centro-nord d'Italia, ora sotto il controllo della Germania, le cose sono ben diverse. Infatti le clausole dell'armistizio non prevedono la contestuale cessazione dei bombardamenti su tutto il territorio nazionale, ma solo su quello occupato dalle truppe alleate. Di conseguenza sui territori italiani posti sotto il controllo dei tedeschi nulla cambia: per la popolazione del centro-nord continua il calvario dei bombardamenti anglo-americani alle infrastrutture, alle aree industriali e alle città. Inoltre, senza più una difesa aerea nazionale, il centro nord è completamente in balia degli attacchi dal cielo: le postazioni contraeree, dislocate a protezione delle maggiori città o dei punti di maggior interesse, è del tutto insufficiente e inefficace a contrastare gli attacchi provenienti dall'alto.

 

 

 

 

 

Il personale della R.A. "cobelligerante" dipinge le coccarde tricolori

(arch. Giorgio Apostolo)

 

 

Il serg. Mazzanti e il ten. De Masellis del 2° Gruppo Caccia A.N.R. L'ufficiale perì l'8 febbraio 1945 a causa delle ustioni riportate in un incidente in decollo

(arch. Roberto Gentilli)

 

 

Serg.Magg. Carlo Cavagliano e il Bf 109G6 "Linin". Gigi Tre Osei, 2° Gruppo Caccia ANR.

(arch. Roberto Mantiero)

 

 

Ten. Emanuele Rosas e il G.55 della "Diavoli Rossi"

(arch. Alessandro Ragatzu)

 

 

Serg.Magg. Loris Baldi in una delle ultime interviste

(foto Claudio Costa)

 

 

La M.O.V.M. Luigi Gorrini

in un intervista nel 2011

(foto Claudio Costa)

LE DUE AERONAUTICHE DOPO L'ARMISTIZIO:

REGIA AERONAUTICA E AERONAUTICA NAZIONALE REPUBBLICANA

 

Si riprende a volare e a combattere sotto due bandiere diverse

Dopo alcune settimane dall'8 settembre una parte dei militari che si erano sbandati riprende le armi. Alcuni confluiscono al sud al fianco dei nuovi alleati anglo-americani per intraprendere la Guerra di Liberazione dell'Italia dal fascismo e dall'occupazione tedesca. Altri decidono invece di proseguire la guerra al fianco dei tedeschi in prosecuzione della vecchia alleanza.

Anche l'aeronautica si divide in due e, in quell'anomala e confusa situazione, la scelta di aderire all'una o all'altra parte è dettata da una diversa valutazione degli eventi o da fatti di pura circostanza o convenienza.

 

Regia Aeronautica

I piloti che si radunano al sud continuano a volare sotto le insegne della Regia Aeronautica del governo Badoglio, ora divenuta "cobelligerante", in appoggio agli anglo-americani.

Le missioni affidate alla Regia Aeronautica prevedono principalmente attacchi oltre il mare Adriatico sul territorio dei Balcani, in opposizione ai tedeschi e in appoggio alle formazioni partigiane di Tito. Per la R.A. non sono previsti compiti di attacco o voli sul centro-nord Italia.

E' bene ricordare che anche dopo l'8 settembre (e fino al 18 giugno 1946, quando assunse la denominazione di Aeronautica Militare), il nome ufficiale restò sempre Regia Aeronautica. I nomi "Aeronautica Cobelligerante" o "I.C.A.F." (Italian Cobelligerent Air Force) come molte volte riportato da altre fonti sono solo "etichette" ufficiose per identificare la Regia Aeronautica post armistizio.

 

Aeronautica Nazionale Repubblicana

I piloti che, all'opposto, scelgono di andare al nord, confluiscono invece nell'Aeronautica Nazionale Repubblicana, la nuova aviazione della  Repubblica Sociale Italiana. Uno dei principali compiti dell'A.N.R., ufficialmente costituita il 27 ottobre 1943, è quello di provvedere alla difesa dello spazio aereo delle regioni del centro-nord Italia dalle incessanti incursioni dell'aviazione anglo-americana. Operante tra la fine del 1943 e il 27 aprile 1945, l'Aeronautica Repubblicana era composta da tre Gruppi Caccia per la difesa aerea (di cui solo due operativi), da un gruppo aerosiluranti, da reparti da trasporto, di addestramento e servizi ausiliari.

Nel corso della breve ma intensa vita l'aeronautica del nord è impegnata in numerose missioni che si svolgono, di norma, in netto sfavore numerico e contro un avversario agguerrito, ben addestrato, dotato di mezzi moderni e con una migliore assistenza da terra.  Fu uno sforzo enorme e pieno di sacrifici dettato dal senso del dovere e dal coraggio dei piloti repubblicani. Nonostante l'abilità  di molti e il grande impegno profuso in genere dagli aviatori, l'A.N.R. viene decimata dalla sovrastante forza dell'aviazione alleata. Tuttavia, nonostante le dolorose perdite e la consapevolezza di una guerra ormai perduta, il 1° e il 2° Gruppo Caccia si batteranno sino alla fine del conflitto, con l'ultima battaglia aerea e nuovi lutti che, per entrambi i reparti, si svolgerà il 19 aprile 1945 a pochissimi giorni dalla fine del conflitto.

 

Non vi fu guerra civile nei cieli italiani

A differenza dei reparti di terra, per via dei diversi compiti assegnati alle due aviazioni, che vedeva i reparti della Regia Aeronautica prevalentemente utilizzati in missioni di attacco oltre l'Adriatico e le unità dell'Aeronautica Repubblicana impiegate per la difesa dei cieli italiani o per l'attacco sul mare delle formazioni navali anglo americane o per il di trasporto di truppe, furono evitati combattimenti aerei fratricidi tra i piloti italiani dei due opposti schieramenti.

 

Il dopo guerra

Nell'immediato dopo guerra i piloti superstiti dell'aviazione repubblicana vengono congedati. Alcuni vengono processati in quanto accusati di avere in qualche modo collaborato con il regime fascista di Mussolini o con quello nazista di Hitler. Nella realtà, tranne forse alcune rare eccezioni, gli aviatori del Nord non avevano particolari simpatie per la Germania o per le ideologie fasciste. Erano invece accomunati dall'amore per la Patria, nella difesa dell'onore dell'Italia e nella protezione delle città, della popolazione e del suolo italiano.

In conseguenza delle assurde accuse, e forti della convinzione di aver fatto il proprio dovere di soldato nel difendere il territorio dai devastanti bombardamenti anglo-americani, tutti i piloti dell'A.N.R. si autoassolvono. Non poteva essere altrimenti. Dopo tutto erano stati mandati in volo fin dall'inizio delle ostilità contro gli alleati e avevano continuato a combattere lo stesso nemico anche dopo l'armistizio, chi per coerenza e chi perché gli anglo-americani, anche dopo la resa incondizionata dell'Italia, continuavano con le missioni di attacco e bombardamento del centro-nord Italia.

Qualcuno doveva pur fronteggiare la massa aerea nemica in difesa del territorio italiano e dell'inerme popolazione e, come disse qualcuno, "se è vero che il militare giura di difendere la Patria, quel giuramento noi non lo abbiamo disatteso".

 

In effetti per molti era difficile restare fedeli al giuramento dato a un Re che aveva abbandonato al proprio destino milioni di italiani. Inoltre il giuramento terminava con "...per il bene indissolubile del Re e della Patria" e per molti era più importante il secondo aspetto rispetto al primo, anche perché con la resa incondizionata dell'Italia il Regno d'Italia post 8 settembre aveva in qualche modo perso la sovranità visto che il nuovo Governo era in pratica in mano agli anglo-americani.

 

Loris Baldi, uno dei più noti e valorosi cacciatori dell'A.N.R. sopravvissuto alla guerra e scomparso nel 2015, amava ricordare: "Continuai a combattere anche dopo l'Armistizio per una ragione molto semplice. Noi piloti avevamo uno status prestigioso, l'Aeronautica aveva speso molto per la nostra formazione e anche in tempo di guerra avevamo sempre di che mangiare. Avevamo insomma ricevuto tanto dalla Patria e quando vidi che le nostre città continuavano ad essere bombardate (dopo l'8 settembre 1943) mi sentii in dovere di riprendere a volare per difenderle. La politica non c'entrava niente e nemmeno mi interessava".

La M.O.V.M. e asso della caccia Luigi Gorrini, anche lui sopravvissuto agli eventi bellici e scomparso nel 2014 a 97 anni, raccontava: "Noi non avevamo nessun partito, noi difendevamo le città dai bombardamenti dei liberatori, le nostre case e il nostro onore. La guerra sapevamo tutti che era persa con El Alamein e il l'ho persa due volte, l'8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945. Ma ripeto, quello che ho fatto allora, quelle tonnellate di bombe in meno che abbiamo evitato alle nostre città, questo è un innegabile merito storico. Io non abbasso gli occhi di fronte a nessuno. L'ho fatto e lo rifarei".

Difatti, di fronte a tanta distruzione, i piloti che si alzavano in volo sotto la bandiera repubblicana, pur consapevoli dell'enorme disparità di forze e dell'esito della guerra, erano coscienti che l'essere soldati imponeva loro di proteggere il territorio nazionale.

Anni dopo alcuni piloti ex A.N.R. entreranno nell'Aeronautica Militare Italiana, nata nel dopo guerra, per riprendere a volare insieme ai vecchi colleghi della Regia Aeronautica. Fu la guerra fredda a favorire il ritorno in servizio di molti piloti che avevano combattuto al nord. Di fatto con l'A.M.I. i piloti dei due schieramenti tornarono a volare sotto un'unica bandiera.

 

 

 

 

 

Il ten. Fausto Filippi perito in combattimento aereo il 23 gennaio 1945 in provincia di Padova

(arch. Roberto Gentilli)

PER RICORDARE E NON DIMENTICARE

Con queste pagine web, che hanno un carattere di tipo storico e non politico, si vuole contribuire ad ampliare la conoscenza di uno dei capitoli più cupi e drammatici della storia d’Italia, rievocando le gesta, l’abilità e il coraggio di questi piloti mai inferiori agli avversari, se non per il numero e i mezzi a disposizione. Infatti, al pari dei loro colleghi del sud, che dopo l'armistizio optarono di volare a fianco dei nuovi alleati anglo-americani, fin troppe volte poterono opporre all'avversario solo la determinazione e il coraggio.

Questo sito vuole quindi essere un omaggio e un atto di riconoscenza per ricordare quanti, sacrificando la propria giovinezza, sono caduti nel compimento del proprio dovere, aldilà della bandiera di appartenenza.

Paolo Pesaresi, aprile 2018

 

 

 

Aeronautica Nazionale Repubblicana 1943 - 1945

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