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Il personale della R.A.
"cobelligerante" dipinge le coccarde tricolori
(arch. Giorgio Apostolo)
Il serg. Mazzanti e il ten.
De Masellis del 2° Gruppo Caccia A.N.R. L'ufficiale perì l'8
febbraio 1945 a causa delle ustioni riportate in un incidente in
decollo
(arch. Roberto Gentilli)
Serg.Magg. Carlo Cavagliano
e il Bf 109G6 "Linin". Gigi Tre Osei, 2° Gruppo Caccia ANR.
(arch. Roberto Mantiero)
Ten.
Emanuele Rosas e il G.55 della "Diavoli Rossi"
(arch. Alessandro Ragatzu)
Serg.Magg. Loris Baldi in una delle ultime interviste
(foto Claudio Costa)
La
M.O.V.M. Luigi Gorrini
in un intervista nel 2011
(foto Claudio Costa) |
LE DUE AERONAUTICHE DOPO L'ARMISTIZIO:
REGIA AERONAUTICA
E
AERONAUTICA NAZIONALE REPUBBLICANA
Si riprende a volare e a combattere sotto due bandiere diverse
Dopo alcune
settimane dall'8 settembre una parte dei militari che si erano sbandati
riprende le armi. Alcuni confluiscono al sud al fianco dei nuovi alleati
anglo-americani per intraprendere la Guerra di Liberazione dell'Italia
dal fascismo e dall'occupazione tedesca. Altri decidono invece di proseguire la
guerra al fianco dei tedeschi in prosecuzione della vecchia alleanza.
Anche
l'aeronautica si divide in due e, in quell'anomala e confusa situazione, la scelta
di aderire all'una o all'altra parte è dettata da una diversa
valutazione degli eventi o da fatti di pura circostanza o convenienza.
Regia Aeronautica
I piloti che
si radunano al sud continuano a volare sotto le insegne della Regia
Aeronautica del governo Badoglio, ora divenuta "cobelligerante", in
appoggio agli anglo-americani.
Le missioni
affidate alla Regia Aeronautica prevedono principalmente attacchi oltre
il mare Adriatico sul territorio dei Balcani, in opposizione ai tedeschi
e in appoggio alle formazioni partigiane di Tito. Per la R.A. non sono
previsti compiti di attacco o voli sul centro-nord Italia.
E' bene
ricordare che anche dopo l'8 settembre (e
fino al 18 giugno 1946, quando
assunse la denominazione di Aeronautica Militare),
il nome ufficiale restò sempre Regia Aeronautica. I nomi "Aeronautica
Cobelligerante" o "I.C.A.F." (Italian Cobelligerent Air Force)
come molte volte riportato da altre fonti sono solo "etichette"
ufficiose per identificare la Regia Aeronautica post armistizio.
Aeronautica Nazionale Repubblicana
I piloti
che, all'opposto, scelgono di andare al nord, confluiscono invece
nell'Aeronautica Nazionale Repubblicana, la nuova aviazione della
Repubblica Sociale Italiana. Uno dei principali compiti dell'A.N.R.,
ufficialmente costituita il 27
ottobre 1943, è quello di provvedere alla difesa dello spazio aereo
delle regioni del centro-nord Italia dalle incessanti incursioni dell'aviazione
anglo-americana.
Operante
tra la fine del 1943 e il 27 aprile 1945, l'Aeronautica Repubblicana era
composta da tre Gruppi Caccia per la difesa aerea (di cui solo due
operativi), da un gruppo aerosiluranti, da reparti da trasporto,
di addestramento e servizi ausiliari.
Nel corso della breve ma intensa vita
l'aeronautica del nord è impegnata in numerose missioni che si svolgono,
di norma, in netto sfavore numerico e contro un avversario agguerrito,
ben addestrato, dotato di mezzi moderni e con una migliore assistenza da
terra.
Fu uno sforzo enorme e pieno di sacrifici dettato dal senso del dovere e
dal coraggio dei piloti repubblicani. Nonostante l'abilità di
molti e il grande
impegno profuso in genere dagli aviatori, l'A.N.R. viene decimata dalla
sovrastante forza dell'aviazione alleata. Tuttavia, nonostante le
dolorose perdite e la consapevolezza di una guerra ormai perduta, il 1°
e il 2° Gruppo Caccia si batteranno sino alla fine del conflitto, con
l'ultima battaglia aerea e nuovi lutti che, per entrambi i reparti, si
svolgerà il 19 aprile 1945 a pochissimi giorni dalla fine del conflitto.
Non vi fu guerra civile nei cieli italiani
A differenza dei reparti di terra, per via dei diversi compiti
assegnati alle due aviazioni, che vedeva i reparti della Regia
Aeronautica prevalentemente utilizzati in missioni di attacco oltre
l'Adriatico e le unità dell'Aeronautica Repubblicana impiegate per la
difesa dei cieli italiani o per l'attacco sul mare delle formazioni
navali anglo americane o per il di trasporto di truppe, furono
evitati combattimenti aerei fratricidi tra i piloti italiani dei due
opposti schieramenti.
Il dopo guerra
Nell'immediato dopo guerra i piloti superstiti dell'aviazione
repubblicana vengono
congedati. Alcuni vengono processati in quanto accusati di avere in
qualche modo collaborato con il regime fascista di Mussolini o con
quello nazista
di Hitler. Nella realtà, tranne forse alcune rare eccezioni, gli
aviatori del Nord non avevano particolari simpatie per la Germania o per
le ideologie fasciste. Erano invece accomunati dall'amore per la Patria,
nella difesa dell'onore dell'Italia e nella protezione delle città,
della popolazione e del suolo italiano.
In conseguenza delle assurde accuse, e forti della convinzione di aver
fatto il proprio dovere di soldato nel difendere il territorio dai
devastanti bombardamenti anglo-americani, tutti i piloti dell'A.N.R. si
autoassolvono. Non poteva essere altrimenti.
Dopo tutto erano stati mandati in volo fin dall'inizio delle ostilità
contro gli alleati e avevano continuato a combattere lo stesso nemico
anche dopo l'armistizio, chi per coerenza e chi perché gli anglo-americani,
anche dopo la resa incondizionata dell'Italia, continuavano con le
missioni di attacco e bombardamento del centro-nord Italia.
Qualcuno
doveva pur fronteggiare la massa aerea nemica in difesa del territorio
italiano e dell'inerme popolazione e, come disse qualcuno, "se è vero
che il militare giura di difendere la Patria, quel giuramento noi non lo
abbiamo disatteso".
In effetti
per molti era difficile restare fedeli al giuramento dato a un Re che
aveva abbandonato al proprio destino milioni di italiani. Inoltre il
giuramento terminava con "...per il bene indissolubile del Re e della
Patria" e per molti era più importante il secondo aspetto rispetto
al primo, anche perché con la resa incondizionata dell'Italia il Regno
d'Italia post 8 settembre aveva in qualche modo perso la sovranità visto
che il nuovo Governo era in pratica in mano agli anglo-americani.
Loris Baldi,
uno dei più noti e valorosi cacciatori dell'A.N.R. sopravvissuto alla
guerra e scomparso nel 2015, amava ricordare: "Continuai a combattere
anche dopo l'Armistizio per una ragione molto semplice. Noi piloti
avevamo uno status prestigioso, l'Aeronautica aveva speso molto per la
nostra formazione e anche in tempo di guerra avevamo sempre di che
mangiare. Avevamo insomma ricevuto tanto dalla Patria e quando vidi che
le nostre città continuavano ad essere bombardate (dopo l'8
settembre 1943)
mi sentii in dovere di riprendere a volare per difenderle. La politica
non c'entrava niente e nemmeno mi interessava".
La M.O.V.M.
e asso della caccia Luigi Gorrini, anche lui sopravvissuto agli eventi
bellici e scomparso nel 2014 a 97 anni, raccontava: "Noi non avevamo
nessun partito, noi difendevamo le città dai bombardamenti dei
liberatori, le nostre case e il nostro onore. La guerra sapevamo tutti
che era persa con El Alamein e il l'ho persa due volte, l'8 settembre
1943 e il 25 aprile 1945. Ma ripeto, quello che ho fatto allora, quelle
tonnellate di bombe in meno che abbiamo evitato alle nostre città,
questo è un innegabile merito storico. Io non abbasso gli occhi di
fronte a nessuno. L'ho fatto e lo rifarei".
Difatti,
di fronte a tanta distruzione, i piloti che si alzavano in volo sotto la
bandiera repubblicana, pur consapevoli dell'enorme disparità di forze e
dell'esito della guerra, erano coscienti che l'essere soldati imponeva
loro di proteggere il territorio nazionale.
Anni dopo
alcuni piloti ex A.N.R. entreranno nell'Aeronautica Militare Italiana,
nata nel dopo guerra, per riprendere a volare insieme ai vecchi colleghi
della Regia Aeronautica. Fu la guerra fredda a favorire il ritorno in
servizio di molti piloti che avevano combattuto al nord.
Di fatto con l'A.M.I. i piloti dei due schieramenti tornarono a volare
sotto un'unica bandiera.
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